Il reflusso gastroesofageo è una sindrome che provoca il rigurgito del contenuto gastrico all’interno del lume esofageo.
Se lo sfintere inferiore (che separa l’esofago dallo stomaco) non funziona correttamente, il contenuto dello stomaco può risalire lungo l’esofago.
Il sintomo più comune e inconfondibile è il bruciore, sia gastrico che retrosternale; ma ci possono essere sintomi aspecifici, come raucedine o tosse cronica.
Il sovrappeso, soprattutto se caratterizzato da depositi di grasso addominale, può avere un ruolo importante nella insorgenza di questa sindrome: infatti, l’accumulo di grasso aumenta la pressione addominale, che tende a spingere il contenuto gastrico verso l’alto. Altre condizioni predisponenti sono il fumo di sigaretta, alcune malattie neurologiche autoimmuni, assunzione cronica di alcuni farmaci, stress psicofisico.
La malattia da reflusso gastroesofageo può avere delle complicanze come esofagite, ulcera esofagea e metaplasia di Barrett. Se si accusa una sintomatologia come quelle indicate o se ci si riconosce in una condizione predisponente, è raccomandato rivolgersi al proprio medico per effettuare una diagnosi, indagare cause e valutare l’esigenza di intraprendere una terapia farmacologica.
Alcuni comportamenti e alimenti possono predisporre o aggravare la sintomatologia da reflusso, aumentando l’acidità gastrica e/o favorendo il rilascio dello sfintere esofageo inferiore. Una dieta formulata ad hoc e la modifica degli stili di vita possono attenuare o far regredire il disturbo in base alla sua gravità.